Frenopersciacalli

BIO

Classe 1980.

Vince a 6 anni il primo premio di disegno in un campeggio abusivo dove aveva una casa mobile la sua famiglia.

Da allora non ha mai smesso di disegnare.

Figlio di restauratori e pittori fiorentini respira in casa, tradizione e avanguardia.

Dipinge con tecniche differenti e su tanti tipi di supporto, prediligendo un linguaggio e un immaginario originale e sensibile piuttosto che con mere finalità estetiche.

Non ama le definizioni e si considera un libero disegnatore.

La sua ricerca artistica verte ad indagare l’essere umano, nella sua più profonda accezione e il suo rapporto distaccato dalla sua reale natura.

Rappresentando il degenero interiore a cui stiamo assistendo.

Generatore di abbandoni urbani sistematici.

Realizza murales per lo più in casolari e fabbriche abbandonate, come pratica.

STATEMENT

Frenopersciacalli non si lascia vincolare da etichette o uno stile specifico, preferendo la libertà di esplorare diverse modalità e tecniche pittoriche. Tra queste, l'acquerello è una delle sue preferite e la utilizza quotidianamente, trovando in essa una fonte inesauribile di sorprese. In modo metaforico, paragona l'acquerello a un cavallo selvaggio che va lasciato libero per scoprire le sue inclinazioni.

Le sue fonti di ispirazione sono la strada e i muri, che considera i suoi ultimi maestri, poiché gli rivelano l'onestà nell'arte, l'istinto e talvolta la rabbia. Questi luoghi gli permettono di comunicare con tutti, senza barriere o distinzioni, una sensazione che gli appartiene profondamente.

Frenopersciacalli condivide una pratica particolare che chiama "operazione di abbandono". Di notte, esce con colori, pennelli, disegni e colla alla ricerca di oggetti abbandonati per dipingerli. Questi oggetti, come tavole di lavoro, finestre o taglieri, vengono dipinti sul posto e poi lasciati nelle vicinanze, dopo essere stati fotografati. Non aspetta che qualcuno li trovi e decida di prenderli, portarli a casa e appenderli, ma si immagina il futuro incerto di questi oggetti dopo il loro "abbandono".

Uno dei suoi soggetti preferiti è la testa, vista sia di profilo che frontalmente, perché per lui rappresenta il contenitore che racchiude tutto il mondo dell'arte e della creatività.

Mostre personali
Mostre collettive
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