Alberto Gulminetti

BIO

Alberto Gulminetti nasce a Torino nel 1988 e si appassiona al disegno e all’arte fin da subito.

Dopo il liceo artistico insegue le sue passioni fino a Roma - dove vive tutt’ora - per studiare all’Accademia di Cinema Act Multimedia, e in seguito all’Accademia di Belle Arti, dove si laurea nel 2017.

Lavora con la pittura, il video e l’arte digitale.

Nel biennio 2018/19 frequenta lo studio dell’artista Mario Salvo dove prende lezioni di pittura a spatola, tecnica che porta il nome di spatola stratigrafica.

STATEMENT

La parola che meglio traduce la mia ricerca è Immagine. Il significato profondo e ancestrale dell’Immagine è alla base della mia ricerca artistica.

Sono una persona di tipo visiva, mi piace lavorare a 360° con la pittura, il video, l’arte digitale.

Credo che non si possa arrivare a una verità assoluta sul significato delle immagini – di tutte le immagini, e quindi dell’Immagine ultima: il concetto di Rappresentazione.

Ma.

Ma con il gesto e il colore che metto su tela aggiro la verità e compongo dubbi, che in termini visivi consiste nel creare immagini non riconoscibili. L’Astratto è una forma di linguaggio prima del linguaggio, ci porta in uno stato di pre-conoscenza, lo stato in cui si trovano i neonati, uno stato in cui è ancora possibile scoprire qualcosa ed entusiasmarsi.

Il Bene e il Male sono astratti, la Verità è astratta. Tutti questi concetti, fondamentali nella vita, sono astratti: l'astrattismo ha a che fare con concetti assoluti, lascia spazio all'immaginazione tanto quanto alla riflessione. Il mio rifiuto della Rappresentazione, ovvero il trasmettere attraverso la pittura forme a noi conosciute, è un rifiuto totale, cosmico, inquieto e quasi ottuso, di tutto ciò che la società ci chiede di tenere conto.

L’arte ispiratrice del mio lavoro è l’astrattismo del secondo dopoguerra, degli anni ‘50, ‘60, ‘70, americano ed europeo. Artisti quali Nicolas De Stael, Jean Paul Riopelle, Afro Basaldella, Hans Hofmann, Helen Frankenthaler, Sean Scully e molti altri permeano il mio lavoro.

Le mie composizioni nascono da elaborazioni spontanee e gestuali di accostamenti cromatici, in parte decisi in fase di progettazione e in parte seguendo il flusso di coscienza del momento pittorico.

I livelli di colore si sovrappongono, e la cromia che ne deriva dipende fisicamente dalla pressione della mano che esercito sulla spatola, e spiritualmente da ciò che i miei occhi osservano e scoprono in quel momento. Le composizioni che si vengono a creare nascondono un equilibrio tra ordine e caos: sono sia pulite, per le cromie brillanti e dai toni in genere vivaci, che sporche, perché il segno che cerco non è definito, ma vago.

Mostre personali
Mostre collettive
fiere
altro
Mostre personali
Mostre collettive
fiere
altro